Lenti a contatto terapeutiche
Le lenti a contatto terapeutiche sono dispositivi ottici introdotti negli anni Ottanta con lo scopo di conferire sollievo a tutti quei soggetti affetti da condizioni oculari specifiche. L’avvento della tecnologia in campo oftalmologico ha permesso di ottimizzare la geometria di questi dispositivi, aumentando così la varietà di condizioni oculari per le quali sono consigliate. Le lenti morbide si sono imposte prepotentemente sul mercato rispetto a quelle rigide. Nei primi periodi in cui queste ultime sono state messe in commercio, esse presentavano grandi spessori e contenuto di acqua molto ridotto. Oggi questi dispositivi sono molto performanti.
L’obiettivo principale delle lenti a contatto (LAC) terapeutiche è in primis quello di conferire un beneficio visivo al paziente. Questo si traduce in un miglioramento dell’acuità visiva e della qualità della stessa, promozione del processo di guarigione da processi infiammatori corneali, supporto meccanico, correzione di elevati difetti di refrazione o curvature corneali anomale. Altre volte, queste lenti possono essere utilizzate anche come serbatoi di trattamenti medici. Tuttavia, questi dispositivi terapeutici vengono utilizzati solo su parere medico. A seconda della condizione oculare riscontrata, sono suggerite solo alcune lenti a contatto e non altre.
Esistono, infatti, diverse tipologie di lenti a contatto terapeutiche, tra le quali ricordiamo:
- lenti in idrogel;
- lenti in silicone;
- lenti in silicone-idrogel;
- lenti rigide gas-permeabili (RGP) corneali o limbari;
- lenti sclerali;
- lenti in collagene (o più propriamente, dischi);
Le lenti in silicone forniscono un maggiore apporto di ossigeno rispetto a quelle in idrogel. Per questo motivo le lenti in silicone-idrogel sopperiscono a questa lacuna. D’altro canto, le lenti in silicone hanno il limite di avere un diametro non molto grande, quindi non adatto a cornee grandi. Le lenti a contatto rigide, invece, sono indicate quando si vuole ripristinare artificialmente una regolarità della cornea.
Le lenti a contatto RGP, infatti, vengono indicate nei casi di cheratocono e per altre ectasie corneali in cui le irregolarità della curvatura corneale rendono la qualità della visione approssimata. Le lac sclerali hanno l’obiettivo di migliorare la qualità della visione. Esse, inoltre, consentono di proteggere la superficie oculare da smog e polveri sottili, vento, corpi estranei e pollini, riducendo i fastidi che questi possono arrecare. Le lenti a contatto terapeutiche possono essere indossate anche per lunghi periodi, talvolta anche nelle ore notturne. Il tempo di utilizzo richiesto è strettamente correlato alla condizione oculare riscontrata.
Lenti a contatto sclerali per il trattamento dell’occhio secco severo
Le lenti a contatto sclerali sono dispositivi progettati per correggere condizioni oculari come ametropie elevate, anisometropie, cornee irregolari (come nel cheratocono o nella degenerazione marginale pellucida), o dopo interventi di chirurgia refrattiva. Inoltre, costituiscono una valida alternativa al trattamento di occhio secco di grado severo, ad esempio secondario a sindrome di Sjrogen.
I dispositivi sclerali, infatti, rappresentano un grande serbatoio di liquido che si crea tra la cornea e la faccia posteriore della lente a contatto. Questo permette di ottenere un effetto lubrificante continuo e una riduzione dei sintomi di secchezza oculare. In questo modo si creano condizioni ottimali per mantenere l’omeostasi e la costante lubrificazione della superficie corneale. Questi dispositivi hanno generalmente un grande diametro che consente loro di poggiarsi sulla congiuntiva bulbare. Le lenti sclerali possono dividersi in corneo-sclerali, che poggiano su sclera e cornea arrivando oltre il limbus, o quelle sclerali che poggiano solo sulla sclera, galleggiando sulla cornea.
L’uso di lac sclerali costituisce una valida possibilità per tutte quelle forme di occhio secco severo. Questi dispositivi risultano più rigidi al tatto ma più confortevoli. Questo è dovuto al fatto che le lenti sclerali, non poggiando direttamente sulla cornea, permettono di ridurre la sensazione di corpo estraneo. Inoltre, lo spostamento della lente sulla superficie corneale minimo, quindi risultano estremamente stabili.
La terapia farmacologica dell’occhio secco è sempre la prima soluzione. La terapia topica prevede l’uso di sostituiti lacrimali e di colliri antinfiammatori, volti a ridurre lo stato di flogosi che contraddistingue queste forme. A questa viene aggiunta una terapia con corticosteroidi, soprattutto nelle fasi iniziali. Il trattamento con colliri steroidei è certamente una scelta obbligata anche nelle fasi acute e nelle recidive. Alla terapia topica, a seconda delle condizioni riscontrate, possono essere proposti trattamenti lacrimali specifici. Tra questi ricordiamo l’uso di tappini lacrimali, il trattamento con luce pulsata, o il probing.
Tuttavia, quando l’approccio a questi trattamenti risulta inefficace, può essere considerato l’uso di lenti a contatto scerali. Questa alternativa risulta ancora più valida in tutti i soggetti affetti da sindrome di Sjrogen, una patologie autoimmunitaria caratterizzata da secchezza delle mucose, compresa quelle oculari. In questa situazione la secchezza oculare risulta più marcata e difficilmente si riesce a trovare una terapia efficace. In questo caso la lente a contatto sclerale può costituire una scelta molto valida. L’obiettivo è quello di ridurre la secchezza oculare, contribuire ad una costante idratazione della superficie oculare con riduzione dei sintomi di disagio, dando sollievo.
L’uso terapeutico delle lenti sclerali per il trattamento della sindrome dell’occhio secco è avvalorato da studi scientifici che mostrano come questi dispositivi utilizzati per circa nove ore al giorno, riescano a ridurre notevolmente l’osmolarità lacrimale. L’opzione di utilizzo delle lenti a contatto sclerali viene considerata solo al terzo stadio della secchezza oculare quindi, solo se altre alternative terapeutiche sono state vane.
Le LAC sclerali sono più rigide al tatto ma più confortevoli. Questo è dovuto al fatto che le lenti sclerali non poggiando direttamente sula cornea, consente di ridurre la sensazione di corpo estraneo. Inoltre, lo spostamento di queste sulla superficie oculare è minimo. Sono, quindi estremamente stabili.
Le lenti a contatto sclerali portano ad una riduzione del rossore oculare, minore sfregamento palpebrale, garantendo l’idratazione.
E’ dunque è utile considerare le lenti a contatto sclerali come una valida soluzione a tutte quelle forme di occhio secco di grado severo.
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FONTI:
Sarah La Porta Weber, Rodrigo Becco – “The use of the esclera scleral contact lens in the treatment of moderate to severe dry eye desease” – Mar 2026 – ” https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26701271/”
Erdem Yuksel, Kamil Bilgihan – “The management of refractory dry eye with semi-scleral contact lens” – May 2018 – “https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27203793/”